SEI IN : BIB/DOC AREA STAMPA > Archivio articoli
ARCHIVIO ARTICOLI
Pubblicazione : 29/01/2016
Giustizia sociale in Europa: Rapporto 2016
La Fondazione Bertelsmann ha pubblicato l’edizione 2016 del Rapporto in cui vengono analizzati i dati relativi alla giustizia sociale in Europa. Al centro della pubblicazione il Social Justice Index (SJI), costruito considerando sei differenti dimensioni: prevenzione della povertà, equità dell’istruzione, accesso al mercato del lavoro, coesione sociale e non discriminazione, salute, giustizia intergenerazionale. A queste sei dimensioni sono associati 27 indicatori quantitativi (costruiti in base a dati Eurostat) e 8 qualitativi (frutto della valutazione di oltre 100 esperti dei diversi settori). Secondo gli autori del Rapporto il SJI (il cui valore massino è 10) è passato da 6.05 a 5.58 tra il 2008 e il 2014 e nel 2015 ha fatto registrare un leggero miglioramento (5.63),anche se ciò non implica un diffondersi della giustizia sociale nei Paesi UE dove la situazione continua a restare peggiore rispetto al periodo pre-crisi. Sono ben 1 1 i Paesi in cui la situazione è peggiorata rispetto al 2014. Gli Stati in cui l’indice della giustizia sociale raggiunge i livelli più elevati sono Svezia, Danimarca, Finlandia e Paesi Bassi, per altro anch’essi segnati dalla crisi. In questa classifica, l’Italia è al venticinquesimo posto e nel periodo 2008 – 2015 l’Indice è passato da 5.17 a 4.69 punti. Particolarmente interessante e al tempo stesso preoccupante è l'analisi della giustizia intergenerazionale: nella maggior parte dei Paesi europei la condizione sociale dei bambini e dei giovani è peggiorata (in alcuni casi significativamente) con la crisi economica. A partire dal 2007, la percentuale di bambini e giovani a rischio di povertà ed esclusione sociale è cresciuta (dal 26,4% del 2007 all’attuale 27,9%) mentre, nello stesso periodo, il rischio di povertà degli anziani è diminuito (passando dal 24,4% al 17,8%). Inoltre, i bambini e i giovani in condizione di grave deprivazione materiale sono significativamente più numerosi rispetto agli anziani. La differenza si aggira attorno ai quattro punti percentuali (11,1% contro i 6,9%). Specchio della difficile condizione dei giovani è il fenomeno dei NEET (Not in Education, Employment or Training) che è particolarmente presente nei Paesi del sud Europa. Ad esempio in Italia, che per la giustizia intergenerazionale si colloca addirittura al ventisettesimo posto (seguita solo dalla Grecia) appartiene alla categoria NEET un giovane su 3 (32%). Altri problemi in tema di giustizia intergenerazionale sono posti dai dati relativi alla disoccupazione giovanile (42% in Italia e 50% in Spagna e Grecia) e dalla continua crescita del debito pubblico che inevitabilmente graverà sulle spalle delle generazioni più giovani. In chiave propositiva, gli Autori del Rapporto sottolineano il legame tra crescita e giustizia sociale e invitano l’UE ad adottare una strategia di lungo periodo per sostenere in maniera virtuosa la relazione tra questi due elementi. Sei le priorità individuate nelle conclusioni del Rapporto:
  • I. prevenzione della povertà infantile,
  • II. Costruzione di sistemi di istruzione equi ed inclusivi,
  • III. crescita della disoccupazione,
  • IV riduzione delle disuguaglianze soprattutto in termini di opportunità (aumento della coesione);
  • V politiche sanitarie inclusive e di qualità
  • VI investimenti sulla genitorialità e sul futuro (in termini di riduzione del debito e sostenibilità ambientale) per aumentare il livello di giustizia intergenerazionale. 
Approfondisci