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Pubblicazione : 25/05/2016
Terzo settore: approvata la legge di riforma
La Camera ha votato in via definitiva il 25 maggio 2016 il disegno di legge Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale. La riforma definisce Terzo settore «il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale, mediante forme di azione volontaria e gratuita, di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi». Le principali novità della legge Delega riguardano la semplificazione dell’intero settore, il riordino e la revisione organica delle diverse discipline esistenti in un unico Codice del Terzo settore, l’istituzione di un Registro nazionale unico, la revisione delle misure di agevolazione fiscale, il servizio civile “universale” aperto anche agli stranieri regolarmente soggiornanti. Per quanto riguarda l’impresa sociale, che è stato il capitolo più discusso nei due anni che hanno portato alla riforma, sono state definite nuove regole prevedendo ad esempio la possibilità di una parziale distribuzione degli utili. La nuova legge definisce l’impresa sociale come un’organizzazione privata che svolge attività d’impresa per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che destina i propri utili prioritariamente allo svolgimento delle attività statutarie, adottando modalità di gestione responsabili e trasparenti e favorendo il più ampio coinvolgimento dei dipendenti, degli utenti e di tutti i soggetti interessati alle sue attività. È previsto dalla riforma anche il riordino e la revisione organica della disciplina in materia di attività di volontariato, di promozione sociale e di mutuo soccorso: nei decreti delegati andranno valorizzati i princìpi di gratuità, democraticità e partecipazione, e andrà favorita all’interno del Terzo settore «la specificità delle organizzazioni di soli volontari, comprese quelle operanti nella protezione civile, e le tutele dello status di volontario». Sono chiariti poi i compiti e i ruoli affidati ai Centri di Servizio per il Volontariato (CSV), adottando il principio della “porta aperta” per quanto riguarda la base sociale; i CSV dovranno accreditarsi ed essere assoggettati a verifica periodica del mantenimento dei requisiti, anche sotto il profilo della qualità dei servizi dagli stessi erogati. È istituita la Fondazione Italia Sociale, chiamata a favorire l’innovazione sociale e sulla quale sono stati espressi forti dubbi dai soggetti del Terzo settore, mentre le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo sono affidate al ministero del Lavoro e Politiche sociali. Questa riforma, che trasforma il Terzo settore in una categoria giuridica, troverà applicazione  nei decreti attuativi che il governo dovrà emanare entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge. «Siamo molto soddisfatti di essere giunti al termine di questo lungo processo cominciato due anni fa e largamente atteso e voluto dal nostro mondo» ha dichiarato il portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Pietro Barbieri, aggiungendo: «Il testo che l’Aula della Camera ha approvato segna un risultato positivo e molto importante per le migliaia di organizzazioni, associazioni, imprese e cooperative che costituiscono il Terzo settore perché ne definisce anzitutto natura, ambiti di azione, finalità e confini, consegnandoci una definizione giuridica chiara e unitaria, finora assente. Il testo licenziato è più equilibrato di quello proposto ad inizio percorso, nel quale prevaleva un forte sbilanciamento a favore degli aspetti economici, e a svantaggio della vera essenza del Terzo settore: luogo e spazio di aggregazione e partecipazione per milioni di cittadini attivi e bacino di solidarietà, civismo e coesione».   Approfondisci