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Pubblicazione : 11/06/2017
La sanità pagata dal cittadino
È stato presentato il 7 giugno scorso, in occasione del Welfare Day 2017 l’ultimo Rapporto sulla spesa sanitaria in Italia curato da Fondazione Censis e Rbm Assicurazione salute e intitolato “Per tanti …. Non più per tutti” La spesa sanitaria sostenuta dagli italiani ammonta per il 2016 a 35,2 miliardi di euro (+4,2% nel periodo 2013-2016); l’aumento del solo comparto sanitario è stato più pronunciato rispetto a quello registrato dalla spesa totale delle famiglie per i consumi (+3,4% nello stesso periodo). Continua ad espandersi l'area della «sanità negata»: nell'ultimo anno 12,2 milioni di italiani hanno rinunciato o rinviato prestazioni sanitarie (1,2 milioni in più rispetto all'anno precedente, pari al 10,9%). Crescono le difficoltà e le diseguaglianze: sono 13 milioni gli italiani che nell'ultimo anno hanno sperimentato difficoltà economiche e una riduzione del tenore di vita per far fronte a spese sanitarie di tasca propria, 7,8 milioni hanno dovuto utilizzare tutti i propri risparmi o indebitarsi con parenti, amici o con le banche, e 1,8 milioni sono entrati nell'area della povertà. «Più di un italiano su quattro non sa come far fronte alle spese necessarie per curarsi e subisce danni economici per pagare di tasca propria le spese sanitarie», ha detto Marco Vecchietti, Consigliere Delegato di Rbm Assicurazione Salute. «Intanto la stessa spesa sanitaria privata, che oggi pesa per circa 580 euro pro-capite, nei prossimi dieci anni è destinata a raggiungere la somma di 1.000 euro pro-capite, per evitare il crack finanziario e assistenziale del Servizio Sanitario Nazionale» (SSN). Secondo Vecchietti occorre puntare su un modello di Assicurazione sociale integrativa alla francese, con il quale si potrebbero integrare le risorse SSN per oltre 21 miliardi di euro all’anno. Si tratta di ammettere, sostiene ancora il Consigliere Rbm che à necessario un pilastro integrativo per rendere il Servizio Sanitario Nazionale veramente inclusivo superando «l’universalismo di facciata» Le difficoltà a fronteggiare la spesa sanitaria riguardano naturalmente con maggiore rilevanza le famiglie a basso reddito (anche se c’è un 15% di persone benestanti che ha incontrato queste difficoltà). Altre variabili che pesano sono l’area di residenza (c’è un divario di venti punti percentuali tra nord e sud), la composizione del nucleo familiare (laddove c’è un componente non autosufficiente il peso della spesa sanitaria privata si fa sentire maggiormente) e il dato anagrafico: fatta 100 la spesa sanitaria privata pro-capite degli italiani, per un anziano si arriva a 146. Un anziano spende di tasca propria per la sanità più del doppio rispetto a un millennial e quasi il 50% in più rispetto a un babyboomer (nato negli anni Cinquanta). Calano poi sia l’ammontare della spesa sanitaria pubblica pro capite (1,1% annuo dal 2009 al 2015), sia la sua incidenza rispetto al PIL L’aumento della spesa sanitaria privata si spiega soprattutto con l’allungamento delle liste di attesa e tariffe che non sono poi così distanti dai ticket. Il Rapporto rileva infine grandi disparità territoriali nell’efficienza dei servizi e nella soddisfazione degli utenti: il 64,5% degli italiani è soddisfatto del Servizio sanitario, mentre il 35,5% è insoddisfatto. Al Sud però i soddisfatti sono solo il 47,3%, mentre sono il 60,4% al Centro, salgono al 76,4% al Nord-Ovest e arrivano all'80,9% al Nord-Est. Il 31,8% degli italiani è convinto che nell'ultimo anno il Servizio sanitario sia peggiorato, solo il 12,5% pensa che sia migliorato e il 55,7% ritiene che sia rimasto stabile. Al Sud il 38,9% dei cittadini pensa che la sanità della propria regione sia peggiorata, il 13,3% che sia migliorata e il 47,9% che sia rimasta uguale. Al Centro il 34,2% ritiene che sia peggiorata, l'11,4% migliorata e il 54,3% rimasta uguale. Al Nord-Ovest il 25,2% la giudica peggiorata, l'11,8% migliorata, il 63% rimasta uguale. Al Nord-Est per il 26,1% è peggiorata, per il 13,1% è migliorata e per il 60,8% è rimasta uguale. Fonte; Censis Rbm (2017) "Per tanti .. Non più per tutti. La sanità italiana al tempo dell’universalismo selettivo"