SEI IN : BIB/DOC AREA STAMPA > Archivio articoli
ARCHIVIO ARTICOLI
Pubblicazione : 20/03/2016
Rapporto mondiale sulla felicità 2016
E'  stato pubblicato il Rapporto mondiale sulla felicità (World Happiness Report) 2016. Giunto alla sua quarta edizione, dopo quelle del 2012, 2013 e 2015, il Rapporto contiene aggiornamenti sui dati relativi a 156 nazioni. La presentazione del Rapporto è avvenuta il 20 marzo scorso a Roma, in occasione della giornata internazionale della felicità alla presenza di economisti, psicologi, rappresentanti del mondo imprenditoriale, accademico e della società civile. Ancora troppo pochi, come ha osservato l'economista Luigino Bruni i politici presenti. I dati contenuti nella pubblicazione, relativi all’economia, alla salute e alle politiche pubbliche, mirano a descrivere come le misurazioni del benessere soggettivo possono essere utilizzate per valutare il progresso delle nazioni e la qualità dello sviluppo umano, rivelando altresì l’esistenza di una crescente domanda di attenzione alla felicità come criterio che dovrebbe guidare i governi e le politiche pubbliche. Per la prima volta l’edizione 2016 contiene dati sulle conseguenze delle disuguaglianze registrate nella distribuzione del benessere.Nelle precedenti edizioni gli autori avevano sostenuto che la felicità fornisse un migliore indicatore del benessere umano rispetto a altre grandezze quali reddito, povertà, educazione, salute e buon governo. Ora emerge che la disuguaglianza nella felicità fornisce una misura più ampia della disuguaglianza in senso stretto: le persone sono più felici se vivono in società in cui c'è meno disuguaglianza di felicità. Nella maggior parte dei Paesi, in quasi tutte le regioni del mondo, e per la popolazione del mondo nel suo complesso, la disuguaglianza di felicità è aumentata in modo significativo confrontando il periodo 2012-2015 con quello compreso tra il 2005 e 2011. Il campione - Le misurazioni avvengono su un periodo triennale (2012 – 2015), per ogni anno e per ogni nazione viene individuato un campione di 1.000 persone, quindi se la misurazione viene ripetuta per tutto il triennio si arriva ad un campione, su base nazionale di 3.000 persone, per altro sono molto poche le nazioni in cui si riesce ad arrivare a una copertura così ampia Vedi dati completi Gli indicatori - Livello di prodotto interno lordo, aspettativa di vita, generosità, sostegno sociale (avere qualcuno su cui contare), libertà percepita nel compiere le proprie scelte e libertà dalla corruzione sono le sei aree in cui il Rapporto rileva gli indicatori reali, misurabili in ciascun Paese. Tali dati vengono poi messi a confronto con quelli di “Dystopia” (nome ispirato e creato in contrasto con U-Topya) un ipotetico Paese che ha per tutti gli indicatori un livello pari a zero. Alcuni dati Il Paese più felice al mondo è la Danimarca, seguita da Svizzera, Islanda e Norvegia; tra i primi dieci anche Finlandia, Canada, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Australia Svezia; tredicesimi gli Stati Uniti, cinquantesima l’Italia. Su ogni indicatore e sulle variabili costruite per definirlo, coloro che hanno partecipato a sondaggio dovevano esprimere un punteggio da 0 a 10. Ne risulta un punteggio medio 5,1 e una classifica illustrata in alcune tabelle: [gallery ids="2723,2722,2721,2720"]  Per approfondire  World Hapiness Report 2016