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GREM - GRUPPO REGIONALE EDUCAZIONE MONDIALITA'

Chiesa, poveri, mondo: queste, fin dalla sua nascita, sono le tre linee guida di Caritas. Se il riferimento alla Chiesa e ai poveri è immediato, quello al mondo potrebbe esserlo meno. Ma uno sguardo che si allarga fino ai confini della terra è insito nella missione stessa lasciata da Gesù ai suoi discepoli (“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” Mt 28,19): ecco quindi che la Caritas deve avere un cuore universale e, in sintonia con la propria funzione pedagogica, deve aiutare la comunità cristiana ad acquisire lo stesso cuore.

Proprio in quest’ottica nasce il GREM (Gruppo Regionale Educazione Mondialità) Piemonte-Valle d’Aosta: persone indicate dalle proprie Caritas Diocesane per lavorare insieme alla realizzazione e divulgazione di iniziative di animazione sui temi della mondialità, a beneficio delle comunità locali sul nostro territorio e non solo. Il GREM, insieme a quelli delle altre regioni ecclesiastiche, cerca di promuovere nelle chiese locali le campagne nazionali e internazionali, come ad esempio “Share the journey” (Condividi il viaggio), campagna di Caritas Internationalis per i migranti lanciata da Papa Francesco lo scorso 27 settembre, e “La pace in Siria è possibile”, anch’essa lanciata dal Papa. Un altro compito del GREM è di dare risalto alle iniziative messe in moto dalla rete Caritas in occasione di emergenze (catastrofi naturali, conflitti) e cogliere così l’occasione per sensibilizzare le comunità rispetto a situazioni lontane e spesso ignote o ignorate.

Da alcuni anni il GREM Piemonte-Valle d’Aosta è impegnato in un progetto triennale più ampio di formazione e sensibilizzazione sul tema “Migrazioni e Sviluppo”, sostenuto da Caritas Italiana e dalla Delegazione Regionale Caritas. Tale progetto ha portato alla realizzazione di contenuti e materiali facilmente fruibili sulla piattaforma www.puntidivistafactory.eu/grem: video interviste, dossier, schede di sintesi, schede pastorali, giochi adatti a bambini e ragazzi di tutte le età per fare conoscere le cause delle migrazioni e sfatare falsi miti e pregiudizi che purtroppo attecchiscono anche nelle comunità cristiane. Questo materiale, frutto di studio e approfondimenti dei singoli componenti del gruppo, oltre che di esperienze formative realizzate a livello nazionale e internazionale, è a disposizione di chiunque, singolo o comunità, desideri andare oltre gli stereotipi e la superficie.

Nei tre anni di lavoro il GREM ha realizzato missioni di studio in alcuni luoghi simbolo delle periferie richiamate da Papa Francesco: Senegal, Libano, Grecia e, più vicino alla nostra realtà, Calais e Ventimiglia. In alcuni casi questo complesso lavoro ha portato alcune comunità piemontesi non solo ad una conoscenza reale di quanto accade “lontano dagli occhi”, ma anche ad azioni di sostegno che hanno preso la forma di gemellaggi, modalità prediletta nello stile Caritas di cooperazione fra Chiese sorelle.

Un altro momento importante all’interno del progetto “Migrazioni e Sviluppo” è stato la partecipazione del GREM al Terzo Forum Mondiale dello Sviluppo Economico Locale, promosso dall’ONU a Torino nell’ottobre 2015: in quell’occasione il GREM ha contributo all’evento coinvolgendo autorevoli relatori, fra cui il Segretario di Caritas Internationalis Michel Roy, animando un seminario e realizzando uno stand anche con il contributo dei giovani in servizio civile.

Da ultimo, a chiusura del progetto “Migrazioni e Sviluppo”, sono state realizzate due ricerche per valutare la percezione che i migranti presenti nel nostro Paese hanno degli italiani e viceversa. È stato interessante scoprire come lo sguardo degli stranieri sugli italiani sia oltremodo benevolo e indulgente, mentre gli italiani si ritengono accoglienti e non discriminanti ma solo se la presenza straniera non va ad incidere direttamente sulla propria vita.

Terminato il progetto triennale, la sfida per il GREM Piemonte-Valle d’Aosta è ora quella di fare tesoro dell’esperienza passata, continuando ad animare le comunità usando l’abbondante materiale frutto del proprio lavoro, e mantenere uno sguardo attento sulle sofferenze del mondo, così da poter essere voce per chi non ha voce, si tratti di chi attraversa il Mediterraneo su un barcone, di una comunità afflitta dal terremoto, dall’alluvione, dalla siccità, dalla guerra, dagli effetti dei cambiamenti climatici, dalla persecuzione religiosa.