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Pubblicazione : 08/03/2016
Pilastro europeo dei diritti sociali: una consultazione della Commissione europea
L’8 marzo scorso la Commissione Europea ha presentato un primo testo del “pilastro europeo dei diritti sociali”, annunciato dal presidente Jean-Claude Juncker, nello scorso mese di settembre. Il documento è oggetto di una consultazione pubblica a cui possono partecipare le altre istituzioni dell'UE, le autorità e i parlamenti nazionali, le parti sociali, le parti interessate della società civile, gli esperti del mondo accademico e i cittadini dell'Unione. L’azione della Commissione Europea intende valutare il patrimonio di diritti sociali attualmente sancito dalla normativa, compiere un’analisi della loro concreta esercitabilità e della necessità di introdurre nuove norme che tutelino nuovi diritti. Collegato a questo primo obiettivo ve ne è un secondo, che la Commissione stessa declina in questi termini: «riflettere sui nuovi sviluppi dell'organizzazione del lavoro e delle società derivanti dagli effetti delle nuove tecnologie, dalle tendenze demografiche o da altri fattori importanti per la vita lavorativa e le condizioni sociali». Infine, come sempre accade quando si avvia una consultazione si tratta di raccogliere opinioni e contributi su quello che potrà essere il ruolo del pilastro europeo dei diritti sociali in termini di campo di applicazione e di contenuto. Secondo Valdis, Dombrovskis Vicepresidente della Commissione responsabile per l'euro e il dialogo sociale in un ‘Europa che «incontra ancora i problemi derivanti dalla crisi finanziaria e del debito sovrano: povertà, esclusione sociale, disparità ed elevata disoccupazione» l’aggiornamento dell’agenda sociale è un compito imprescindibile che rafforzerà l’Unione economica e monetaria ma deve coinvolgere anche i Paesi che non fanno parte della zona euro. Marianne Thyssen, commissaria responsabile per l'Occupazione e gli affari sociali, ha invece messo l’accento sulla sfida rappresentata dal mutamento del mondo del lavoro, con riferimento a fenomeni quali la globalizzazione, la rivoluzione digitale e i nuovi modelli imprenditoriali che cambiano radicalmente il nostro modo di lavorare. Due, secondo Tyssen i quesiti fondamentali che devono guidare la costruzione del pilastro dei diritti sociali.
gli interventi sociali, intesi in senso lato, dell'Unione europea, alla quale apparteniamo, e quelli dei nostri Stati membri sono adeguati al XXI secolo? Come possiamo rendere duraturo il modello sociale europeo? La consultazione che avviamo oggi rappresenta il primo passo verso un pilastro europeo dei diritti sociali.
I risultati della consultazione contribuiranno alla stesura definitiva del pilastro dei diritti sociali e permetteranno di individuare la portata dell'eventuale azione futura. La consultazione si protrarrà fino al 31 dicembre 2016 e la Commissione dovrebbe presentare la versione consolidata del pilastro europeo dei diritti sociali nella primavera del 2017. Non si è fatta attendere la reazione al lancio della consultazione da parte dell’European Anti poverty Network che si augura di essere di fronte a «un importante passo per riequilibrare l’agenda dell’Unione europea dando in essa il dovuto spazio alla dimensione sociale e alla lotta a povertà ed esclusione sociale». Particolarmente apprezzati gli impegni che, attraverso la consultazione, l’Europa vuole assumere sulle tre questioni principali: Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro (a cui fanno capo questioni quali l’educazione e la formazione, la sicurezza dei contratti, il sostegno nelle transizioni professionali, la conciliazione tra i tempi di lavoro e i tempi di vita, uguaglianza di genere e di opportunità). Condizioni di lavoro eque (diritti del lavoro, salari, salute e sicurezza e dialogo sociale); Sistemi di protezione sociale adeguati e sostenibili (trasferimenti sociali, sistemi di reddito minimo, dispositivi di assicurazione in caso di malattia, inabilità o invalidità e servizi di cura della salute e dell’infanzia). EAPN esprime inoltre soddisfazione per i tempi stabiliti per la consultazione, che dovrebbero consentire un’ampia partecipazione, ma invita le istituzioni Ue e i governi nazionali a non abbassare la guardia nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale, a monitorare gli obiettivi stabiliti in sede di monitoraggio di Europa 2020 e a non aspettare il risultato della consultazione per agire su questo fronte. Pagina web della consultazione