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Pubblicazione : 20/07/2018
Aggiornati alcuni indicatori del Benessere Equo e Sostenibile (BES)

Sarà pubblicato nel prossimo mese di dicembre il Rapporto BES (Benessere Equo e Sostenibile) 2018, intanto l’Istat ha reso noto l’aggiornamento di 63  indicatori.

Ne emerge un quadro di conferma della situazione differenziata già rilevata in precedenza.

Aumenta il vantaggio delle donne sugli uomini in fatto di livello di istruzione: nella fascia di età 30-34 più di tre donne su 10 e meno di due uomini su dieci hanno un titolo di studio universitario.

Diminuisce, invece il tasso di partecipazione culturale: nella popolazione di età superiore a 6 anni, la percentuale di coloro che, negli ultimi 12 mesi, hanno preso parte a 3 o più attività culturali scende dal 28,8% al 27,1%.

Migliora anche la situazione del mercato del lavoro: ci sono più occupati (tassi di occupazione a +0,7 punti percentuali nell’ultimo anno); si riducono i tassi di non partecipazione (-1,1 punti percentuali tra il 2016 e il 2017), di precarietà (misurato in termini di lavori a termine da almeno 5 anni) e di insicurezza del proprio lavoro.

Altri dati in miglioramento riguardano la sicurezza dei cittadini (in calo i reati) e i tempi della giustizia.

Segnali negativi arrivano, invece, dai servizi di trasporto pubblico e mobilità (cresce il numero dei cittadini insoddisfatti), ambiente e paesaggio (in aumento gli indicatori di consumo del suolo e di pressione sull’ambiente, in termini di consumo di risorse materiali).

Gli italiani sembrano poi meno soddisfatti sia della loro vita in generale sia del proprio tempo libero, ma al futuro si continua a guardare con ottimismo. Non migliora, invece, il clima sociale: diminuisce nel 2017 la quota di persone che dichiarano di avere parenti, amici o vicini su cui contare (da 81,7% del 2016 a 80,4%). Resta molto bassa anche la quota di persone che esprimono fiducia verso gli altri (19,8% nel 2017). Peggiorano le condizioni delle fasce più deboli della società. Nel 2017, si stima che 5.058.000 individui (8,4% dell’intera popolazione) si trovino in condizione di povertà assoluta, il valore più alto dal 2005.

Alcuni aspetti legati alle disuguaglianze sono in miglioramento, ad esempio la disuguaglianza di genere nel tasso di mancata partecipazione al lavoro si riduce fortemente (7,2 punti percentuali nel 2017, era 11,7 nel 2004).

Nella popolazione femminile, però, rimane una marcata disuguaglianza nel tasso di partecipazione al mercato del lavoro tra le donne (25-49 anni) con o senza figli (75,5 punti il gap nel 2017).

Importanti segnali positivi emergono sul fronte della presenza femminile nella rappresentanza politica, in costante aumento. Le elezioni del 2018 hanno portato la quota delle donne nel Parlamento italiano al 35,5% (era il 30,7%). Continua a diminuire anche l’età media degli eletti, uomini e donne, pari a 47,6 anni (era 49,9 anni all’inizio della precedente legislatura).

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